Let’s talk about: Leopardo nero, lupo rosso di Marlon James

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Arriva oggi in libreria l’epic fantasy del Man Booker Prize Marlon James, “Leopardo nero, lupo rosso”, il primo volume della trilogia Dark Star edito da Frassinelli e tradotto da Paola D’Accardi.

Data di uscita: 29 Ottobre

Acquistalo subito: Leopardo nero, lupo rosso

Editore: Frassinelli
Serie: Dark Star
Traduzione: Paola D’Accardi
Genere: Epic Fantasy
Pagine: 640
Prezzo: € 22,50

Mistero e magia, potere e sangue sono gli elementi portanti di questo straordinario romanzo epico, il primo fantasy ambientato in un’Africa dove leopardi e lupi si mescolano con uomini dai poteri sovrannaturali. Già opzionato per una serie televisiva, Leopardo nero, lupo rosso è il primo libro di una trilogia, accolto con enorme successo in US e UK. Nello straordinario primo romanzo della trilogia Dark Star di Marlon James, mito, fantasia e storia fanno da sfondo alle avventure dell’Inseguitore, un mercenario ingaggiato per trovare un bambino scomparso tre anni prima. L’Inseguitore è famoso per le sue doti di cacciatore solitario – «Ha un gran fiuto», dice la gente -, ma per questa missione deve lavorare con un eterogeneo gruppo di personaggi, ciascuno dei quali si porta dietro un segreto. Primo fra tutti il muta-forma Leopardo. In viaggio sulle tracce del bambino, l’Inseguitore si sposta da un’antica città all’altra, si addentra in fitte foreste, attraversa fiumi vorticosi e si scontra con mostruose creature decise a ucciderlo. In quella lotta quotidiana per la sopravvivenza, comincia allora a chiedersi chi sia veramente il bambino che sta cercando, chi vuole impedirgli a tutti i costi di trovarlo e soprattutto chi mente e chi dice la verità. Leopardo nero Lupo rosso è il primo romanzo della trilogia Dark Star, scaturita dalla sfrenata immaginazione di Marlon James, già vincitore del Man Booker Prize. Opzionato da Warner per una serie TV, il libro è un fantasy epico immerso nella storia nelle leggende e nel folklore di un’Africa mitica e bellissima.

Marlon James, vincitore del premio Man Booker Prize nel 2015, non è di certo uno che risparmia colpi, lo dimostra il fatto che quando si tratta di raccontare un’Africa “primordiale”, che sia per metafore o in maniera più diretta, la descrive in tutta la sua cruda e macabra essenza. Parliamo di un continente governato da miti che affondano le loro radici nel sangue e la violenza, dove la magia occupa un posto centrale e non ha un’accezione positiva, è oscura e questo crea quella sottile pattina di mistero che rende il romanzo affascinante.

Ogni elemento sembra divorare l’altro per dare vita ad immagini forti ed esplicite che accompagnano il protagonista, l’Inseguitore, lungo il suo viaggio in territori dove la schiavitù è la merce di scambio e non guardia in faccia nessuno, gli uomini sembrano più bestie che sottomettono prede e talvolta le schiacciano. La si può vedere come una sorta di piramide dove il più forte o meglio chi riesce a sopravvivere sta in alto mentre tutti gli altri non sono altro che un modo per soddisfare bisogni primitivi o essere vittime di sacrifici. 

Sono immagini forti e senza filtri in cui ogni forma di violenza prende vita, dopotutto Marlon James ha scelto per il primo capitolo della sua trilogia “Dark Star” un genere epico-fantastico intinto nella selvaggia mitologia africana. Non sono solo gli uomini ad essere il nemico, ma anche i territori stessi, basti pensare a un luogo come le Terre Oscure in cui ci si può smarrire per giorni interi senza rendersi conto dello scorrere del tempo, ma una volta usciti in qualche modo si è cambiati, come se queste lande fossero in grado di strappare via una parte della propria esistenza.

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L’Inseguitore non è soltanto il protagonista ma anche la nostra bussola, la sua voce -proprio come nei racconti popolari- si disperde, evoca immagini in cui il presente e il passato si fondono fino a diventare uno il riflesso dell’altro, talvolta cercando di sopraffarsi e altre invece mettendo a fuoco chiari frammenti della vita del protagonista, un modo che permette a chi legge di conoscerlo meglio, di venire a patti con il suo mondo crudo e di provare a percorrerne le strade con un crescente senso di allarme come se fosse possibile che qualcosa fuoriesca dalla propria ombra e tenti di trascinarci chissà dove.

Viene scelto per compiere un viaggio difficile perché è il solo in grado di portare a termine questo genere di missione, ovvero ritrovare un bambino scomparso tre anni prima. Essendo un cacciatore solitario con un grande fiuto può inoltrarsi in terre pericolose e avere una possibilità in più di uscirne vivo, ma non per questo meno segnato. Ma non è solo, insieme a lui ci sono diversi personaggi che lo seguono in questa missione suicida, come un mutaforma, il Leopardo, il gigante, Mesto Ogo, che poi è diventato Mestogo, la strega Sangoma o la piccola Fumo, per citarne qualcuno.

La ricerca dell’Inseguitore verrà messa a dura prova, lungo il suo cammino incontrerà ostacoli sempre più grandi che lo allontanano dall’obiettivo, talvolta sotto forma di visioni mentre altre ancora concrete. Ognuno nasconde un segreto e il bambino che tenta disperatamente di riportare indietro è la chiara prova che sotto un mondo corrotto e selvaggio si nasconde qualcosa di ancora più oscuro e terribile. Questo è uno sword and sorcery che mostra il suo vero potenziale superato l’intoppo iniziale. Le prime 110 pagine sono caotiche, molteplici sono le immagini che vengono evocate, il che mi ha un po’ disorientata, ma superato questo il romanzo comincia ad ingranare e i pezzi ad incastrarsi in maniera più fluida. 

Se lo scopo di Marlon James era quello di preparare il territorio per mostrare poco a poco le potenzialità del worldbuilding e la storia per me ci è riuscito in pieno. Con uno stile puramente evocativo e descrittivo l’autore trascina i lettori in una storia di folklore africano in cui i riti e le credenze prendono sembianze differenti, ma sono una costante, come un colonna sonora dai toni vivaci e allo stesso tempo cupi che affascina col procedere della lettura. I personaggi sono anomali, negativi, persino lo stesso protagonista non è il classico prescelto a cui siamo abituati, possiamo vederlo quasi come un antieroe che si sporca le mani quando deve farlo e sa bene come funziona il suo mondo, la speranza è stata divorata e l’unico modo per andare avanti è servirsi della violenza come mezzo per raggiungere uno scopo più grande.

Questo primo volume imponente dalle 600 pagine getta le basi per una trilogia intrigante in vecchio stile, qualcuno la paragona a Tolkien e qualcuno a Martin, ma la verità è che l’unica cosa che accomuna questi tre autori è l’essere fedeli ai canoni di un genere che non deve dare giustificazioni a nessuno, né per la sua crudezza né per il suo realismo, nonostante si parli di mondi inventati. È un epic fantasy che consiglio ai lettori più adulti e che riescono a tollerare immagini forti.

Leopardo nero, lupo rosso sono due animali che sanno cosa vuol dire cacciare, entrambi sanno attendere che la preda si distragga, che mostri le sue vulnerabilità e si lasci travolgere dalla tremenda ferocia di un mondo selvaggio che non ha pietà per nessuno. Preda o predatore, non c’è altra scelta. 

«La conoscenza sta nelle foglie, e nella terra, e nella bruma, e nel calore denso come un fantasma, ed è una giungla perché la giungla è l’unico posto dove dietro una grande foglia non può esserci ad attenderti qualsiasi cosa. È la giungla a trovarti, non puoi cercarla tu, per questo chiunque si trovi nella giungla cerca sempre di scoprire perchè ci è finito. Ma voler trovare un significato ti farà impazzire».

 

 

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Frassinelli per la copia omaggio.

 

 

 

May the Force be with you!
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